PROGRAMMA
FUTURO (biennio 2018-2020)
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Negli ultimi anni
l'Ambascata ha sofferto di risorse
limitate, al punto di non essere in grado
di sostenere anche piccole spese di
rappresentanza. Mi propongo nel primo
biennio di istituire un fondo
destinato a tale uso, grazie a contributi
di istituzioni pubbliche e/o private, come
già ho fatto per l'Istituto Italiano di
Cultura e Euraxess Brazil per questi
eventi. Si tratterà di uno dei punti
più importanti e caratterizzanti del mio
mandato.
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- Ripristinare almeno in parte i benefici di
mobilità del tutt'ora inattivo programma
Ciência sem Fronteira, che ha funzionato
male soprattutto per la distribuzione
indiscriminata di borse di viaggio e
soggiorno, a prescindere dalla qualità dei
beneficiari. Potenziare la rete di
comunicazione sulle opportunitâ offerte da
Euraxess Brazil, tenendo conto che, come
Ambasciata d'Italia, occorrerà focalizzarsi
su mobilità da e per l'Italia (Ciência sem
Fronteira includeva tutte le mobilità per
tutti paesi del mondo).
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Ristabilire un clima di
fiducia per attrarre gli investimenti di
piccole e medie imprese che, pur
interessate al mercato brasiliano, hanno
visto mortificati i propri tentativi a
causa di pesanti e poco amichevoli pastoie
burocratiche. Ciò sarà possibile grazie ad
un team di consulenti ed esperti che
accompagneranno l'ingresso delle imprese
stesse.
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- Fornire una rete di assistenze legali per
imprese italiane che hanno operato sul
mercato brasiliano e sono tutt'ora in
credito da aziende morose;
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Attrarre l'interesse di
grandi gruppi finanziari per la
modernizzazione del Nordest Brasiliano
(Alagoas, Paraiba, Pernambuco, Sergipe)
quali la Compagnia di San Paolo e la
Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.
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- Creare un clima di lobbying tra
piccoli-medi imprenditori italo brasiliani;
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- Vivere con attenzione nella realtà
economico-industriale-accademica brasiliana
per comprendere dove e come agire. Nessun
serio programma può infatti
prescindere dal confronto costante con la
realtà che cambia quotidianamente e che può
esigere cambiamenti repentini di terapie. I
programmi devono essere pensati in modo
dinamico e non essere pensati come cornice
per obbligare la realtà a
incastrarcisi.
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