La Cina nel Neolitico - Neolithic China

 

La Cina del Neolitico - Cultura  Yangshao - Neolithic China - Yangshao Culture

La cultura di Yangshao  fu una civiltà neolitica insediata nel bacino centrale del Fiume Giallo, in Cina. Il nome deriva dal primo insediamento ritrovato nel 1921 a Yangshao (Henan). Essa è datata fra il 5000 e il 3000 a.C. I mezzi di sussintenza delle popolazioni Yangshao erano diversi: coltivavano il miglio e, in alcuni villaggi, anche del riso. In alcuni insediamenti sono stati trovati edifici che furono forse usati come granai. Era praticato l'allevamento di maiali, cani, ovini e bovini, ma la fonte principale di proteine restava la  caccia e la pesca. L'allevamento del baco da seta era già conosciuto. Gli artigiani della cultura di Yangshao producevano vasellame dipinto in rosso, marrone e nero, con disegni geometrici o decorazioni di animali e antropomorfe. La fattura del vasellame era piuttosto raffinata, anche se non era ancora entrato in uso il tornio.

La cultura di Yangshao viene distinta in diverse fasi, caratterizzate da diversi tipi di vasellame e di disegni:

  • Banpo, ca. 4800 - 4200 a.C.
  • Miaodigou, ca. 4000 - 3000 a.C.
  • Majiayao, ca. 3300 - 2000 a.C.
  • Banshan, ca. 2700 - 2300 a.C.
  • Machang, ca. 2400 - 2000 a.C.

 

 

Quella di Yangshao fu la prima cultura neolita cinese ad essere riconosciuta e studiata. Durante la cultura Majiayao corrisponde in parte anche ad una progressiva espansione verso ovest.

La novità maggiore delle terrecotte Majiayao rispetto a quelle Yangshao risiede nella qualità dinamica della decorazione, che è essenzialmente curvilinea e gioca sull'effetto tra spazi vuoti e pieno: linee punteggiate, reticoli, diagonali, triangoli incurvati, ecc.

Le immagini seguenti mostrano dei manufatti Majiayao esposti al Museo d’Arte Orientale di Torino.

 

 

 

 

 

      

 

 

 

Cultura Majiayao nella fase Banshan

 

Banshan, sito neolitico della Cina del Nord; nel 1923 vi sono stati rinvenuti alcuni reperti di ceramica dipinta, detta appunto Banshan, databili alla metà del III millennio a.C. e caratterizzati da disegni in nero di spirali e motivi antropomorfi e zoomorfi stilizzati.

 

 

 

Le immagini seguenti mostrano dei manufatti Banshan esposti al Museo d’Arte Orientale di Torino.

 

 

   

 

These two bowls joined togheter are decorated inside: on the left there is a spiral, on the right a red cross over black lines. Note: the spiral plays a specific role in symbolism, and appears in megalithic art, notably in the Newgrange tomb or in many Galician petroglyphs. While scholars are still debating the subject, there is a growing acceptance that the simple spiral, when found in Chinese art, is an early symbol for the sun. Roof tiles dating back to the Tang Dynasty with this symbol have been found west of the ancient city of Chang'an (modern-day Xian). The spiral is the most ancient symbol found on every civilized continent. Due to its appearance at burial sites across the globe, the spiral most likely represented the "life-death-rebirth" cycle. Similarly, the spiral symbolized the sun, as ancient people thought the sun was born each morning, died each night, and was reborn the next morning (From WIKI).

The sun cross, a cross inside a circle, is a common symbol in artefacts of Prehistoric Europe, particularly during the Neolithic to Bronze Age periods. Combining the cross and the circle, it is the simplest conceivable representation of the union of opposed polarities in the Western world.

 

Cultura  Machang

 

 

Rispetto alle fasi Majiayao e Banshan , nelle ceramiche Machang è più facile individuare figure altamente stilizzate di tipo antropomorfo e zoomorfo. I motivi naturalistici rimangono tuttavia rari. I disegni simmetrici con bande zig-zag sono tra i più peculariari e misteriosi del neolitico cinese. Compaiono già nella fase Banshan e divengono comuni nella fase Machang e sono esclusivi di queste culture neolitiche del Nord-ovest. Alcuni studiosi vi riconoscono delle rane, altri li definiscono zoomorfi dotati di ciuffi, altri ancora pensano che possano leggersi come dei primitivi pittogrammi. Altrettanto plausibile e confermata anche alla saltuaria occorrenza di una testa umana modellata a tuttotondo in corrispondenza della banda dipinta centrale, è la possibilità che raffigurino un personaggio  antropomorfo con caratteri sia umani che animali - forse una creatura sciamanica.

Le immagini seguenti mostrano dei manufatti Machang esposti al Museo d’Arte Orientale di Torino.

 

    

 

 

  

 

 

Ceramiche della cultura Xindian

I ceramisti Xindian (ca.1200-950 ac) fanno rivivere la tradizione della terracotta dipinta, ormai del tutto spenta nella Pianura Centrale e lungo la costa, rifacendosi spesso alle decorazioni del Machang ma adattandole a forme derivate del Qjjia. Compaiono anche motivi originali e un gusto ritrovato per le raffigurazioni stilizzate di esseri umani  ed animali o ibridi. Tra le decorazioni più comuni ci sono le greche. Altro motivo è quello del "fulmine", un  ornato geometrizzante a spirali quadrangolari (tipico dei coevi bronzi Shang) della Cina centrale.

Le immagini seguenti mostrano dei manufatti Xindian  esposti al Museo d’Arte Orientale di Torino.

 

 

 

 

 

 

 

 

Copyright © 2009 Amelia Carolina Sparavigna